Bene, brava, è un ottimo progetto: la meteorologia previsionale è uno dei lavori più divertenti ed emozionanti che si possano fare, ed è anche richiesto in qualsiasi paese. È però anche molto difficile, e persino le più brave “sbagliano” parecchio: prevedere il futuro non è per tutti!
Innanzitutto, chiariamo come si diventa meteorologhe e, già che ci siamo, approfittiamone anche per ribadire che non è bene che le previsioni del tempo che usiamo (così come l’analisi degli eventi intensi o le analisi climatiche) siano fatte dall’amico di mio cugino, dal blogger della domenica o dagli amici del bar…le previsioni (soprattutto quelle di fenomeni ad alto impatto) vanno prese seriamente, ma solo quando arrivano da agenzie e persone qualificate….sennò è bene che continuino a stare di fianco all’oroscopo.
Persone qualificate, sì, ma come?
Il primo fondamentale passo è lo studio, e le conoscenze che ne derivano. La meteorologia è una scienza fisica: dopo un buon liceo o un buon istituto tecnico è quindi necessario un periodo di studio a livello universitario in una facoltà scientifica. In quale università? Quale corso di laurea? Serve una laurea magistrale o basta una laurea triennale? Che cosa deve sapere una meteorologa?
Una risposta molto dettagliata ma anche molto “universale” all’ultima di queste domande la fornisce l’Organizzazione Meteorologica Mondiale nella Guida WMO-No1083. Il Pacchetto di Formazione Base per i Meteorologi (BIP-M: Basic Instruction Package for Meteorologists) contiene tutte le indicazioni sulle conoscenze che deve aver acquisito una studentessa prima di intraprendere la sua carriera. A grandi linee sono divise in:
- Nozioni fondamentali in matematica e fisica (meccanica, dinamica dei fluidi, termodinamica, ottica…; calcolo differenziale, calcolo matriciale, statistica…), più materie complementari su altre scienze (chimica, geografia, idrologia…); comunicazione; analisi e trattamento dei dati (programmazione, elaborazione dati,..).
- Nozioni specifiche di scienze dell’atmosfera:
- meteorologia fisica (composizione atmosferica, radiazione e ottica; termodinamica e fisica delle nuvole; micrometeorologia; osservazioni e strumenti convenzionali; telerilevamento);
- meteorologia dinamica (dinamica atmosferica, previsione numerica del tempo);
- meteorologia sinottica e a mesoscala (sistemi delle medie latitudini; sistemi tropicali; sistemi a mesoscala; osservazione del tempo, analisi e diagnosi; previsioni del tempo; erogazione dei servizi);
- Climatologia (circolazione globale, clima e servizi climatici, variabilità e cambiamenti climatici).
Un corso che soddisfi tutti questi requisiti dovrebbe richiedere tre o quattro anni di studio a livello universitario, e il modo “più efficiente” sarebbe un Corso di Laurea dedicato in Meteorologia che copra esattamente il BIP-M.Ma attenzione, l’OMM non specifica come acquisire le nozioni del BIP-M, né indica uno specifico titolo di studio da avere, chiarisce solo quali siano le conoscenze necessarie per, ad esempio, fare (correttamente 😉) le previsioni del tempo. Può benissimo essere che le nozioni fondamentali siano acquisite in un corso universitario e le nozioni specifiche in training organizzati successivamente, non necessariamente da un’Università (ma mantenendo comunque il livello universitario).
L’OMM, però, può riconoscere a specifici programmi di studio che garantiscono l’apprendimento delle nozioni necessarie un’attestazione di conformità al BIP-M, e gli studenti che hanno completato il ciclo di studio possono richiederla al loro ateneo.
In Italia non esiste un Corso di Laurea interamente dedicato alla meteorologia, ma l’Attestato di formazione base di “Meteorologo /Meteorologist” ai sensi dell’OMM-WMO può essere ottenuto frequentando con successo piani di studio definiti all’interno di Corsi di Laurea Magistrali in almeno quattro atenei, che hanno in passato ottenuto dal Rappresentante Permanente dell’OMM in Italia l’approvazione di alcuni loro specifici corsi di studio (ad esempio l’Università degli Studi di Napoli, l’Università di Bologna, L’università di Trento, L’Università La Sapienza di Roma).
Attenzione, però, l’attestato non vuole ancora dire saper fare le previsioni del tempo: dichiara che la giovane meteorologa (che ora è, a tutti gli effetti e nel mondo, riconosciuta come tale) ha le conoscenze necessarie a fare le previsioni del tempo, ma non è detto che ne abbia le competenze!
Per formare le competenze professionali serve un training dedicato, che in genere (anche all’estero) è fatto direttamente da chi recluta le meteorologhe per formarle-trasformarle in weather forecasters. In Italia questi soggetti sono, ad esempio, le Agenzie Ambientali, i Centri Funzionali Regionali, la neo-nata Agenzia ItaliaMeteo, le aziende private di servizi meteorologici…oppure, e sono le uniche due possibilità se si vuole diventare meteorologhe aeronautiche, il Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare ed ENAV. ENAV ed AM, infatti, formano, certificano, ed aggiornano tutte le competenze italiane in meteorologia aeronautica.
Ma di questo (carriere, competenze, certificazione della professionalità, e aggiornamento) scriveremo nei prossimi articoli. Per chi è curiosa e non può aspettare: sarà possibile incontrare ed interrogare molti dei soggetti citati in questo articolo sabato al Festivalmeteorologia di Rovereto.